I Patroni

CONOSCIAMO MEGLIO QUESTI DUE GRANDI SANTI:


Santi Patroni
Pietro e Paolo

PIETRO, LA ROCCIA
Pietro era un galileo della citta' di Betsaida e fratello dell'apostolo Andrea. Essi erano pescatori in societa' con Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo. Era sposato e viveva a Cafarnao; nella sua casa si trovava anche la suocera, che Gesu' guari' dalla febbre. Secondo l'aramaico il suo nome era Simeone. Gesu', pero', gia' al loro primo incontro gli dice che si chiamera' Kefa (in aramaico "roccia-pietra", in greco Petros) e la scelta del nome ha un significato immediato in Giudea, dove grandi formazioni rocciose si alternano a dune di sabbia. I Vangeli attribuiscono chiaramente a Pietro la guida del gruppo dei discepoli del Signore; ogniqualvolta e' dato l'elenco degli apostoli egli e' citato per primo; e' lui che fa le domande a nome degli altri; con Giacomo e Giovanni fu testimone della resurrezione della figlia di Giairo, della trasfigurazione, dell'agonia di Gesu' nel Getsemani. E' coraggioso e impulsivo: tenta di camnminare sulle acque; vuloe fare le tende per Gesu', Mose' ed Elia; e' determinato a essere fedele a Gesu' fino alla morte. Il racconto del triplice rinnegamento e' riportato in tutti e quattro i Vangeli e cio' indica il profondo sconcerto che questa vicenda deve aver procurato tra gli apostoli: anche Pietro cade quando e' messo alla prova. Dopo la resurrezione la triplice negazione e' perdonata e diventa triplice professione di fede: "Simone di Giovanni, mi ami tu piu' di costoro? Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti amo" (Gv 21,15). Il giorno di Pentecoste e' lui, pieno di Spirito Santo, a rivolgersi alla folla convenuta a Gesrusalemme. In tutte le decisioni cruciali della prima Chiesa Pietro ha la parola decisiva; opera la prima guarigione dello storpio, presso le porte del Tempio e con Giovanni compare davanti al Sinedrio. E' ancora a lui che viene rivelato, andando contro tutte le sue convizioni di buon giudeo, do accettare anche le genti che non discendono da Abramo e Mose'. Cosi', vincendo una certa resistenza di mischiarsi ai "gentili" (non ebrei), battezza il centurione Cornelio e la sua famiglia. Dopo aver affidato a Giacomo il Minore la Chiesa di Gerusalemme, si reco' in visita alle altre nuove comunita'. Probabilmente fu il fondatore della Chiesa di Antiochia e soggiorno' a Corinto per un periodo. L'ultima parte della sua vita la trascorse accompagnando i cristiani di Roma. Subi' il martirio sotto Nerone (54-68 d.C.).

PAOLO, IL MISSIONARIO
Paolo nacque a Tarso di Cilicia, un centro importante nel sud-est dell'attuale Turchia, in cui era sorta una colonia di ebrei della diaspora. Egli cresiuto nell'ambiente di una fedele famiglia giudaica, parlava greco ed era insignito della cittadinanza romana; inoltre dal padre apprese come lavorare la lana o le fibre di lino per farne stuoie o tende. Verso i 12-13 anni lascio' Tarso e si trasferi' a Gerusalemme per essere educato da Rabbi' Gamaliele I, secondo le piu' rigide norme del fariseismo e acquisendo un grande zelo per la Torah mosaica. Sulla base di questa ortodossia era piu' che convinto che fosse necessario combattere chi si allontanava dalla sua fedelta' alla legge. Cio' spiega perche' contrastasse il movimento che si richiamava a Gesu' di Nazaret, in quanto rappresentava un rischio per l'identita' giudaica. E' in questo contesto che si colloca l'evento di Damasco: "mentre era in viaggio, all'improvviso, lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udi' una voce: Saulo, Saulo, perche' mi perseguiti?" (At 9,3-4). Da quel giorno la vita di Paolo cambio' radicalmente: "quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo" (Fil 3,7-9). Paolo si sente un chiamato che per grazia ha ricevuto la rivelazione del mistero di Cristo e non puo' fare a meno di annunciare a tutti questo straordinario evento. Tradizionalmente si suddivide l'attivita' apostolica di Paolo sulla base dei tre viaggi missionari, a cui si aggiunse il quarto verso Roma, come prigioniero. Del primo l'apostolo non ebbe diretta responsabilita', che fu affidata al cipriota Barnaba. Insieme partirono da Antiochia (At 13, 1-3), andarono a Cipro e toccarono le coste meriodionali dell'Asia Minore. Dopo questa missione, Paolo si separo' da Barnaba, scelse Sila e inizio' il secondo viaggio missionario (At 15,36-18,22); attraversata l'Anatolia, fecero tappa a Filippi e a Tessalonica, in Macedonia, quindi ad Atene, a Corino e a Efeso. Il terzo viaggio ebbe inizio come sempre ad Antiochia luogo in cui, ci dice san Luca, i seguaci di Gesu' furono chiamati per la prima volta "cristiani". Da li' Paolo punto' dritto su Efeso, capitale della provincia d'Asia; passata la Macedonia, ritorno' a Corinto e giunse a Mileto, per concludere a Gerusalemme, dove per un malinteso fu arrestato. Essendosi Paolo, come cittadino romano, appellato all'imperatore, il procuratore lo invio' a Roma sotto custodia militare. Questo ultimo viaggio tocco' le isole mediteranee di Creta e Malta, le citta' si Siracusa, Reggio Calabria e Pozzuoli. A Roma, Paolo, incontro' le comunita' cristiane e quella ebraica. Subi' il martirio probabilmente durante la persecuzione di Nerone.

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